Rimborsi ai Partiti & Fondi Misteriosi…
due espressioni che suonano come un concerto di registratori di cassa,
ma in realtà vanno in loop su un vinile stracciato.
Milioni di euro partoriti in notti insonni dalle segreterie nazionali,
poi spariti tra “cene istituzionali”, “corsi di formazione”
e “consulenze internazionali” prenotate su Marte.
Il Tesoriere stampa bollettini A1, B2, C3,
ogni modulo un colpo di spugna sullo scrutinio,
ogni cifra una piccola magia contabile:
“volete la rendicontazione? Vi arriva in tre anni. Buon divertimento”.
Portaborse gonfi di cedolini e buste paga da sogno,
volontari che diventano manager con partita IVA,
e un filo sottile di Excel a coprire il delirio.
Le Commissioni di Vigilanza?
Si riuniscono in sale jazz dove la polvere è l’unica testimone,
mentre il verbale resta in bozza
e i membri tornano a casa con un caffè e un sorriso di circostanza.
Fondi per il marketing…
cartelloni, slogan, selfie confezionati a regola d’arte:
l’unico investimento che frutta i like,
mai un centesimo restituito allo Stato.
Emendamenti del “ripristino di bilancio”
spuntano come funghi dopo un acquazzone:
ogni parlamentare un funghiologo che conosce solo le spese ammesse.
Eppure, tra un bonus elettorale e un voucher per “nuove energie”,
il debito pubblico implode in un’esplosione di polpette avvelenate.
Spese di rappresentanza?
Vasche termali, abbuffate stellate, viaggi premio che nemmeno l’ENIT osa proporre.
Tutto a carico nostro, naturalmente.
Allora, cittadine e cittadini, fate silenzio:
non applaudite.
Chiedete un fischio così forte da schiacciare ogni bilancio truccato,
una domanda semplice: “Dove sono finiti i nostri soldi?”
Perché i rimborsi ai partiti non sono un privilegio,
ma un investimento pubblico che merita conta, trasparenza e restituzione.
Buonanotte, Democrazia in Cassa…
domani vogliamo svegliarci
sapendo che non esistono più fondi misteriosi.