Patto ADI… tre lettere che suonano come una promessa di rinascita,
ma svelano un ingranaggio inceppato tra moduli online e sedi vuote.
Ti convocano per un corso di formazione regionale:
“Parte entro il mese!”, gridano i volantini.
E tu aspetti, consulti la mail, richiami il centro per l’impiego—
e scopri che il corso non ha mai avuto inizio:
“Eravamo in attesa del docente”, “Ci manca la sala”.
Risposte che si rincorrono come fantasmi in corridoio.
Ti arruolano nelle liste speciali, ti fanno firmare il Patto,
ti rallentano tra un appuntamento digitale e un timbro da burocratia—
poi più nulla. Niente colloqui, niente stage,
solo questionari da compilare all’infinito
e un “torna tra sei mesi” che pesa più di una condanna.
Le famiglie tremano:
il beneficio ADI è un sostegno a metà,
una goccia d’acqua in un deserto di opportunità.
Mamme e papà si chiedono come pagare l’affitto,
i ragazzi si aggrappano al miraggio di contratti occasionali
che non arrivano mai, se non per un solo giorno.
E la formazione?
Un elenco di titoli e piattaforme,
una maratona di webinar che partono e si fermano,
connessi che cadono, docenti che saltano l’appuntamento,
mentre il tuo curriculum resta fermo su un desktop impolverato.
Qualcuno parla di “percorsi personalizzati”,
ma l’unica personalizzazione è il tuo disincanto:
nessun progetto su misura, nessun tutor a seguire,
solo una lista di file PDF da studiare in apnea.
E i centri per l’impiego?
Regalano consigli vaghi: “Mandagli un’email”,
“Riprova la settimana prossima”.
Intanto, l’algoritmo del mercato ignora il tuo profilo,
le offerte restano fuori portata
e il Patto rimane un foglio appeso in bacheca.
Allora, spettatrici e spettatori di questa farsa,
fate silenzio:
non applaudite.
Chiedete un fischio che spezzi la catena dei rinvii,
una voce che rompa il muro dei “forse” e dei “vedremo”.
Perché il lavoro non è un miraggio digitale
e la formazione non è un click tra mille,
ma un diritto da onorare con corsi veri,
colloqui concreti, contratti reali.
Buonanotte, Patto ADI…
domani svegliaci
quando la promessa non sarà più un’ombra su un modulo,
ma un’opportunità che cammina sulle gambe delle persone.