Memoriale dei sogni in coda – Monologo 10
Bocaletto Luca
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Quel quaderno ingiallito che custodisce titoli abbozzati e frasi mai completate:
il romanzo rimasto a un passo dalla prima pagina, il disegno di un progetto che attende solo un tocco di colore.
La cartina spiegazzata di terre mai esplorate, il biglietto accartocciato di un concerto che non ha più voce.
Lo spartito di una canzone fischiettata all’alba, le note sospese fra il desiderio e la paura di non provarci.
Per troppo tempo abbiamo accumulato questi relitti nel cassetto della memoria,
li abbiamo etichettati come “forse un giorno” o “rinviato a data da destinarsi”.
Ma ogni sogno archiviato si trasforma in un eco sbiadito, un battito che perde vigore nel silenzio.
Ora basta lasciare a marcire le nostre scintille:
apri quel quaderno, soffia via la polvere, senti lo scricchiolio delle pagine che chiedono di essere sfogliate.
Raccogli la penna, riattiva il gesto che crea:
una parola dopo l’altra, un tracciato dopo l’altro, restituisci ai tuoi sogni il respiro perduto.
Non serve un decreto né un’imperiosa mossa da campione:
basta la determinazione di un gesto quotidiano.
Prenota quel viaggio con un semplice atto di coraggio,
traccia una rotta su una mappa nuova, senti il vento sulle guance.
Scrivi la prima riga di quel romanzo alle sei del mattino,
quando il mondo è ancora sospeso fra buio e luce.
Avvia quel laboratorio di idee in garage,
lascia che uno schizzo diventi prototipo, poi conquista il primo feedback.
Ogni scelta è un passo fuori dalla coda dei rimpianti.
Ogni azione riempie il vuoto lasciato dall’esitazione.
Così, sogno dopo sogno, progetto dopo progetto,
trasformiamo i fantasmi dell’attesa in creature vive:
respiranti, vulnerabili, pronte a sorridere.
Perché un sogno non è un’eco lontana da archiviare,
ma un impulso vitale che reclama il suo momento.
E la vera rivincita non sta nell’attesa di un applauso universale,
ma nella forza di ritornare, ogni giorno, alla nostra pagina bianca.