Il contratto dell’algoritmo – Monologo 4

Monologo di Bocaletto Luca

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Hai mai letto il contratto con l’algoritmo? Quello che firmi ogni mattina senza accorgertene, con un click distratto mentre scivoli nel feed, illudendoti di avere il controllo. In cambio di qualche “mi piace” ti cede il tuo tempo, archivia i tuoi sogni, impara le tue paure, poi ti restituisce consigli su misura e ti spinge a comprare chi non sei ancora. Promette efficienza, personalizzazione, ma non ti dice che dietro c’è un ordine di priorità: il tuo cuore non è un dato statistico, e le tue voglie diventano campagne pubblicitarie. Il contratto con l’algoritmo è scritto in invisibile, nascosto tra righe di termini e condizioni che nessuna legge ha mai letto fino in fondo, perché la fretta è la loro alleata. Ogni app è una promessa di libertà, ogni notifica un nuovo vincolo. Ti senti al centro del mondo mentre l’algoritmo decide chi sei e chi puoi diventare. Alla prima disconnessione senti il vuoto, quel silenzio che non si compra, e capisci di essere intrappolato in un disegno che non hai disegnato. Eppure potresti togliere un segno di spunta, disdire l’abbonamento a quel suggerimento costante, riappropriarti dei tuoi passi incerti, di quel pensiero che non si lascia etichettare. Allora riscrivi tu il contratto, metti clausole di curiosità, di errore, di tempo perso. Richiedi garanzie di meraviglia, esigi il diritto di sbagliare in grande stile. Perché la vita non ha algoritmo, non corre in background, non sembra sincronizzata con nessun server. È un caos meraviglioso, una nota stonata che resiste a ogni previsione. E se l’algoritmo protesta, lo ignori: hai firmato la tua libertà nei caratteri mai digitali, in un atto sapiente di disconnessione.