Dalla nascita d’Italia a oggi: tradimenti, scandali e inganni.
Monologo di Luca Bocaletto
Quando l’Italia nacque, non fu libera: i plebisciti truccati dettarono l’unica risposta ammessa, le urne sparirono tra schede false e volti di militari contati due volte. Così, fin dal primo passo, il regno si costruì sul tradimento delle voci del popolo.
Poi venne il richiamo delle sirene coloniali: a Massaua il sangue dei nostri soldati si sparse nel deserto, ma nei salotti del potere si contarono meno morti, perché l’orgoglio imperiale non poteva riconoscere il prezzo del fallimento. I soccorsi tardarono, gli eroi furono dimenticati.
In patria, nel 1892, scoppiò lo scandalo della Banca Romana: banconote manomesse, conti gonfiati, politici che ricevevano mazzette per tenere gli occhi chiusi. Sotto il manto di carta eravamo già tutti derubati, mentre in Parlamento si parlava d’onore.
E in Sicilia, nei pozzi di zolfo, non era la roccia a soffocare i minatori, ma la complicità tra concessionari e mafia. Chi doveva difenderli, chi doveva vigilare, intascava la sua parte, lasciando uomini e donne in catene invisibili.
Quando l’Europa si sollevò per la Prima Guerra mondiale, le industrie di guerra gonfiarono i bilanci del 30 %, mentre i nostri ragazzi combattevano in trincea. Munitizioni scadenti, vettovaglie avariate, logistica corrotta: e alla fine, furono loro a pagare quel conto insostenibile.
E poi, nel cuore di Roma, un socialista chiamato Giacomo Matteotti denunciò in Parlamento le frodi del regime. Lo rapirono, lo uccisero, e la Ragione di Stato cancellò ogni indagine. Un uomo solo pagò con la vita il privilegio di dire la verità.
Con le leggi fascistissime, la democrazia morì in un giorno: via la stampa libera, via i partiti, via i diritti. I tribunali si trasformarono in strumenti di persecuzione e il dissidente, ex cittadino, divenne nemico pubblico per decreto.
Negli anni Trenta, tra bonifiche e autostrade, i grandi appalti si trasformarono in banchetto per i potenti. Il cemento marciva nelle mani delle stesse imprese legate al regime, che ritardavano i lavori e moltiplicavano i costi, mentre il popolo pagava le tasse per strade che restavano tratti di fango.
Poi, nel 1938, quelle stesse leggi razziali decretarono la rovina di famiglie ebraiche: case e negozi espropriati, conti bancari congelati, nomi cancellati dai registri. Chi aveva il potere si arricchì, chi aveva la pelle sbagliata soffrì il gelo dell’indifferenza di uno Stato impietoso.
E infine, sotto l’ombra della guerra civile e dell’occupazione, mafiosi e repubblichini intrecciarono affari e omicidi. Atti di violenza proclamati a nome della patria furono invece banali estorsioni, spartizioni di appalti, pagamenti in sangue e silenzio.
Ecco altri scandali dal 1861 al 1945:
• Frodi nelle gare di bonifica dell’Agro Pontino (1928–1942)
Milioni di lire di finanziamenti pubblici sparirono in società fittizie, condotte da gerarchi fascisti e impresari compiacenti, mentre la palude rimaneva in parte intatta.
• Abusi nell’IRI e nell’INA (1933–1943)
Fondi statali destinati al salvataggio di imprese furono dirottati verso trust privati, favorendo pochi gruppi industriali e alimentando un clientelismo che sopravvive ancora oggi.
• Scandalo dei giornali di regime (1925–1935)
Sovvenzioni statali a quotidiani e settimanali filo-fascisti ottenute con fatture gonfiate, mentre cronisti indipendenti venivano messi al bando o imprigionati.
• Inchieste sul Ministero delle Poste (1899–1901)
Storici scandali di fatture false per telegrammi inesistenti, rimborsi gonfiati per coloni all’estero e largo uso di raccomandazioni per nomine e promozioni.
• Truffe nel mercato del carbone (1915–1918)
Cartelli di aziende controllate da politici locali specularono sulle forniture militari, vendendo carbone umido o mescolato a terriccio e intascando la differenza di peso.
• Scandalo delle cooperativa “Opera Nazionale Balilla” (1927–1937)
Quote associative obbligatorie destinate al sostegno giovanile sparivano in conti personali, mentre le divise e i gadget venivano prodotti da ditte amiche a prezzi astronomici.
Ognuno di questi capitoli rivela come, dietro l’illusione del progresso e della nazione, si sia spesso celato un sistema di affari, connivenze e abusi che ha tradito il popolo italiano.
Altri scandali dell’Italia repubblicana (1946–2000):
• Strage di Piazza Fontana (1969)
Una bomba esplose nella Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano: dodici vittime, decine di feriti e un depistaggio di Stato che durò decenni.
• Affare Lockheed (anni ’70)
Tangenti milionarie pagate dalla Lockheed Corporation a ministri e ufficiali italiani per acquistare aerei militari: denaro sparso tra conti offshore e cene di rappresentanza sotto il tappeto.
• Strage di Piazza della Loggia (1974)
Un attentato durante una manifestazione antifascista a Brescia fece otto morti e cento feriti, con indagini lente e depistaggi che celarono complicità istituzionali.
• Sequestro e omicidio di Aldo Moro (1978)
I brigatisti rossi rapirono lo statista, lo tennero prigioniero 55 giorni e lo uccisero. Dietro le quinte, tracce di complicità e omissioni nelle istituzioni.
• Strage di Bologna (2 agosto 1980)
Una bomba alla stazione centrale uccise 85 persone. Prove occultate, verità negata, responsabilità politiche ancora contese tra ambienti deviati e servizi segreti.
• Disastro di Ustica (27 giugno 1980)
Un DC-9 Itavia precipitò sul Tirreno: 81 morti. Indagini rivelarono manovre militari, nebbia di segreti e documenti rimossi, che legarono l’incidente a un episodio bellico.
• Crac del Banco Ambrosiano & omicidio di Roberto Calvi (1982)
Banchieri, politici e servizi deviati costruirono un impero con fondi neri. Quando i conti saltarono, Roberto Calvi fu trovato impiccato sotto il ponte dei Frati Neri a Londra.
• Scandalo Sindona–Mondadori (1974–1986)
Michele Sindona manovrava la finanza nera per conto di Cosa Nostra e apparati deviati, pilotando cessioni di giornali e riciclando denaro sporco.
• Mani Pulite e Tangentopoli (1992–1994)
Un’inchiesta giudiziaria mise a nudo un sistema di tangenti permanente: politici, imprenditori, magistrati coinvolti in un giro di mazzette miliardarie che travolse la Prima Repubblica.
• Strage di Capaci e Via D’Amelio (1992)
Gli attentati mafiosi contro Falcone e Borsellino rasero al suolo l’illusione di collaborazione con lo Stato. I depistaggi e i silenzi istituzionali rimasero un marchio indelebile.
• Crac della Parmatone (1998)
Truffe bancarie che lasciarono sull’orlo del fallimento migliaia di risparmiatori, con prestiti gonfiati e coperture politiche scoperti troppo tardi.
Ogni episodio qui elencato non è mera cronaca nera, ma capitolo di una storia italiana in cui lo Stato e le sue istituzioni spesso hanno tradito la fiducia di chi avrebbero dovuto servire.
Altri scandali dell’Italia repubblicana (2001–2025):
• Telecom-Sismi (2001–2006)
Tangenti e dossier illegali: l’affaire tra il colosso americano Lockheed-Martin, il Gruppo Telecom Italia e il servizio segreto italiano (SISMI), con fondi neri, fatture false e depistaggi che emersero solo dopo anni di rimpalli istituzionali.
• Vallettopoli (2006)
Intrighi a luci rosse e compravendita di favori tra colletti bianchi e soubrette: intercettazioni, escort e politici coinvolti in una “rete” che mise a nudo i rapporti perversi tra sesso, denaro e potere.
• Caso P4 (2006–2012)
La loggia massonica segreta “P4” doveva favorire clientele e spartizioni di appalti pubblici. Emersero magistrati, parlamentari e banchieri, rivelando un sistema occulto di scambi e pressioni su giudici e politici.
• Calciopoli (2006)
Scandalo del calcio italiano: intercettazioni tra dirigenti e designatori arbitrali, sentenze “aggiustate”, scudetti revocati e un terremoto giudiziario che investì le massime cariche della FIGC e dei club.
• Laziogate (2009)
Dimissioni del presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, travolto da fotografie erotiche e da un presunto complotto tra forze dell’ordine e servizi segreti deviati per ricattarlo.
• Stamina e le cure miracolose (2013)
Il caso della “terapia cellulare” venduta come rivoluzionaria: raccolte fondi, politici in prima fila, decreto governativo e poi la scoperta di gravi irregolarità scientifiche e di sperperi di denaro pubblico.
• Crac Monte dei Paschi di Siena (2013–2017)
Derivati tossici, ricapitalizzazioni di Stato e fondi di salvataggio costarono decine di miliardi. Politici e manager sotto accusa, mentre il crollo della banca più antica al mondo scoperchiò un vaso di Pandora.
• Expo Milano 2015 (2014–2017)
Costi raddoppiati, gare truccate, subappalti sospetti e arresti eccellenti: decine di inchieste su dirigenti pubblici e privati, appalti a società “amiche” e uno spreco enorme di risorse.
• Mafia Capitale (2014–2017)
Un impero di estorsioni, appalti pilotati e cooperative di “accoglienza” dei migranti guidato da vertici politici e boss mafiosi. Un network che metteva in ginocchio Roma capitale.
• Mose (2014–2021)
Nuova inchiesta sul progetto anti-acqua alta di Venezia: tangenti, consulenze fittizie e fondi pubblici dilapidati, con condanne a manager e politici dopo oltre due decenni di attesa.
• Consip (2014–2020)
Indagine sulle gare d’appalto per le centrali d’acquisto della pubblica amministrazione: cedimenti, dossieraggi e intercettazioni che coinvolsero un alto ufficiale dei carabinieri e nomi eccellenti del Pd.
• Finmeccanica / Leonardo (2013–2020)
Tangenti in India, tangenti in Egitto: inchieste italiane e internazionali sui fondi neri e sui “pacchetti” pagati ai ministri per vendere elicotteri e armamenti.
• Ilva di Taranto (2012–2021)
Scandali ambientali e sanitari legati alla più grande acciaieria d’Europa: omissioni di controlli, inquinamento record, conti pubblici sperperati in risanamenti mai completati.
• Salvataggi delle banche venete e di Carige (2015–2020)
Crac di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, commissariamento delle Popolari e maxi-fondo di salvataggio da 17 miliardi. E la crisi di Carige, con manager accusati di falsi bilanci.
• Frana del Ponte Morandi e Autostrade per l’Italia (2018–2021)
Crollo a Genova con 43 vittime, inchieste su manutenzioni mancate, tagli ai controlli e patti segreti tra concessionaria e ministero per minimizzare i dati di rischio.
• Terra dei Fuochi (2007–in corso)
Smaltimento illegale di rifiuti tossici in Campania: politici e imprenditori sotto accusa per aver avvelenato interi territori, con denunce ignorate e processi lenti.
• Scandalo Mafia ‑Appalti regionali (2017–2020)
Inchieste in varie regioni (Calabria, Sicilia, Puglia) sulle infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici, cooperative di facciata e spartizione di milioni di euro.
• Inchiesta Covid-19 (2020–2023)
Acquisti emergenziali di mascherine, ventilatori e tamponi: contratti “a scatola chiusa”, costi gonfiati, ritardi nelle forniture e indagini su politici e manager sanitari.
• Ponte sullo Stretto e Grandi Opere (2001–2025)
Ripetuti tentativi di realizzare l’opera faraonica: studi gonfiati, promesse politiche e commesse affidate a cordate in odore di mafia, senza alcun progetto definitivo.
• Infiltrazione “Potere al Popolo” (2025)
Cinque agenti di polizia in borghese travestiti da studenti: rivelato da Fanpage, tra interrogazioni parlamentari e omissioni istituzionali, getta ombre sulla democrazia.
Ogni voce di questa lunga lista certifica che, dall’Unità al XXI secolo, lo Stato spesso ha tradito chi avrebbe dovuto servire.